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Notizie del cagnolino prigioniero sul balcone sequestrato dalle forze dell’ordine.

Nell’aprile scorso è stato sequestrato un cagnolino dai carabinieri della Compagnia di Mirafiori e dall’Associazione Lida Valli di Lanzo e Ciriè. Il cucciolo viveva detenuto su un balcone in una situazione di deprivazione e violenza.

I vicini, dopo aver tentato invano di parlare con il proprietario, hanno avvisato le forze dell’ordine preposte.
Sono state fatte più denunce, ma, gli incaricati dei controlli, giunti sul posto, hanno affermato che non c’era nulla di anomalo e non sono intervenuti.

A questo punto è stata contattata la signora Masutti della Lida di Ciriè che è subito accorsa per verificare la situazione e accertate le testimonianze, ha portato la documentazione in  Procura ,da dove, per ordine del sostituto procuratore Sabrina Noce, che ha svolto un eccellente lavoro, è partito l’ordine di sequestro.

La Procura di Torino merita un elogio, perché, a differenza di quanto spesso succede, le parole dei cittadini e quelle di un’associazione animalista, sono state prese in considerazione maggiore rispetto alle dichiarazioni di alcuni vigili urbani che, più volte chiamati, hanno affermato che andava tutto bene.

Al momento del sequestro il cagnolino è stato affidato alla signora Masutti.

Il meticcio è stato portato in un canile privato, a spese della Lida, per le visite veterinarie di routine. Accertate le sue condizioni di salute, l’associazione ha preferito prendersi in carico le spese inerenti il suo mantenimento, per evitare che, in attesa di processo, potesse essere riaffidato al vecchio proprietario o rinchiuso per anni in un canile.

Fortunatamente Aki ha trovato una famiglia amorevole che, tramite l’associazione, ha ottenuto dalla procura il suo affidamento provvisorio e oggi è felice in compagnia di un altro cane: Argo.
Non sappiamo se tutta la vita di Aki d’ora in poi potrà essere serena poiché il vecchio proprietario non ha rinunciato ai suoi diritti su di lui. Infatti, per ordine legale, il cane è stato microchippato a suo nome.

Al processo si deciderà il destino di Aki.
Noi, cittadini che amiamo gli animali, confidiamo nella Procura di Torino, che ha dimostrato molta sensibilità. Ma non sappiamo cosa succederà.

Purtroppo Aki non è l’unico in questa situazione. In Italia i casi di animali, in attesa di processo per colpe che non hanno,  sono migliaia.

 Emanuela Re